Va precisato non sussiste un divieto in tal senso e non ci sono impedimenti alla possibilità di dare un parere a chi risulti già assistito da altro legale, ma è opportuno, alla luce del codice deontologico, considerare l’esistenza di alcuni principi basilari che regolano i rapporti di colleganza. In principio, è giusto porre attenzione al fatto che il Codice imponga all’Avvocato di mantenere un comportamento di lealtà e correttezza nei rapporti con i Colleghi.
Precisato ciò, è certamente possibile rilasciare un parere su una questione già seguita da altro Collega; tuttavia, la consulenza dovrà attenersi a criteri di prudenza e correttezza, proprio in virtù dei principi sopra richiamati.
Considerati i criteri e i principi appena richiamati, è pensabile che l’Avvocato dovrà accertare lo stato in cui la vicenda si trovi, appurare la permanenze di un rapporto di fiducia tra legale e parte assistita, se del caso precisando che la mancanza di fiducia dovrà sfociare necessariamente nella revoca del mandato, dovrà astenersi da qualsiasi valutazione, positiva o negativa, al riguardo dell’operato del Collega o, peggio, estendere giudizi personali sul Collega e non dovrà esprimere apprezzamenti denigratori sull’attività professionale prestata, se necessario, e previa autorizzazione del cliente, per una migliore comprensione della questione potrà rivolgersi al Collega rendendolo edotto dell’iniziativa assunta dall’assistito.
In presenza di tali condizioni, il comportamento di cui alla richiesta di parere potrà, ragionevolmente, considerarsi deontologicamente corretto.
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